mercoledì 7 dicembre 2011

Un tentativo di ritrarre Gesù.

Un ritratto di Gesù, in base alla ricostruzione degli storici(come sempre, qualora dovessi dire opinioni personali, lo dirò chiaramente)

Gesù nasce a Nazareth, intorno al 4 a.e.C., con genitori Giuseppe e Maria. Ebbe vari fratelli e sorelle che, quando cominciò il suo ministero pubblico non lo seguirono, come del resto la madre,che lo seguì solo nel viaggio a Gerusalemme. Con tutta probabilità, non era discendente davidico, e di fatto a parte nelle genealogie, che sappiamo essere invenzioni (materiali speciali dei vangeli di Matteo e Luca, nel caso non bastassero le evidenti contraddizioni reciproche), i vangeli non millantano mai la discendenza regale di Gesù.

L'infanzia e la giovinezza è per noi quasi irrimediabilmente perduta, come d'altronde lo è per gran parte dei personaggi antichi. Possiamo, conoscendo il suo insegnamento, fare però delle ipotesi: Giuseppe aveva un mestiere, il falegname, che gli permetteva di sfamare la famiglia e garantire perlomeno al primogenito un'istruzione. Di fatto, nei vangeli Gesù viene mostrato leggere(l'attività in sinagoga richiedeva tale abilità), contrariamente ai suoi discepoli che sono 'omini sanza lettere' quindi possiamo dedurre che conoscesse perlomeno l'ebraico scritto, e con probabilità anche il greco, perlomeno per comunicare con le autorità del tempo, ovvero i romani. Con tutta probabilità insegnava in aramaico, dato che tutti i testi evangelici riportano tale dato, che sarebbe inutile, visto e considerato che sono destinati ad un pubblico di pagani grecofoni.

Sappiamo che divenne discepolo del Battista, il messaggio del quale, in base alla testimonianza di Giuseppe Flavio(che però omette di parlare di tale collegamento fra Gesù e il Battista), era un messaggio etico, non escatologico teso alla purificazione dei peccati prima dell'avvento del Regno di Dio, come invece ci dicono i vangeli: con tutta probabilità, comunque, Giuseppe Flavio diminuisce la portata del messaggio del Battista, in parte per renderlo comprensibile al pubblico romano, in parte per rassicurare tale pubblico che gli ebrei non rappresentano un pericolo di insubordinazione contro Roma. Gesù segue il Battista, quindi, per un tot di tempo, che gli studiosi sono incerti nel quantificare: con buona sicurezza però, possiamo dire che tale discepolato di Gesù(che i cristiani faranno di tutto per nascondere, testimonianza ne sia la sempre minore importanza che ha il Battista, se facciamo una lettura in ordine cronologico dei vangeli) cominciò durante gli anni 20 e finì intorno agli anni 30, dato che Gesù ha cominciato il suo ministero prima della morte del Battista, quindi prima del 35-36 e.C.. Gesù si fa battezzare dal Battista, ad un certo punto, di fatto approvandone l'autorità su di sé, e la capacità del Battista di purificare dal peccato, in contrasto con l'interpretazione ebraica tradizionale che voleva che solo il sacrificio al tempio avesse tale potere. Dopo questo Battesimo, ma probabilmente non subito dopo, come vogliono i vangeli, Gesù sviluppa un proprio messaggio, indipendente, sebbene debitore, di quello del maestro. Il messaggio, così cme riusciamo a ricostruirlo dalle fonti pre-evangeliche(il materiale comune a Matteo e Luca, le parti non narrative di Marco e le poche citazioni paoline) risulta un insegnamento 'revisionista' che prende spunti dalle varie tradizioni ebraiche contemporanee: l'idea di resurrezione post-mortem farisea, l'idea sadducea di dover seguire in modo ligio la Torah, l'idea di un imminente giudizio divino apocalittico ed escatologico di Giovanni(comune anche alla tradizione dei testi enochici), l'ascetismo ed il pauperismo esseno, per citare solo gli aspetti più importanti. 

Volendo fare della psicologia spicciola, ma qui entro nel campo delle pure illazioni, probabilmente questa sua ricerca di un Dio vicino alle classi più disagiate(aspetto che presto verrà soppresso dal cristianesimo sviluppatosi dopo la sua morte, basti pensare al ruolo femminile che viene man mano azzerato) derivi da una reazione alla palese situazione dingiustizia in cui viveva sin da giovane, dove i poveri erano oberati dalle tasse e dove lui era uno dei pochi ad avere una vita perlomeno dignitosa.

Oltre al suo messaggio, diretto in modo particolare se non esclusivo agli ebrei, che di fatto univa le due immagini tradizionali del Dio ebraico di padre amorevole e di leader giusto, ciò che lo rese famoso e seguito fu anche la sua capacità di guaritore. In un periodo in cui i santoni itineranti con capacità guaritrici giravano(penso ad Apollonio di Tiana), la cosa non deve sorprendere: la capacità di autosuggestione e di isteria nelle persone ignoranti e fortemente credenti non deve essere sottovalutata, basti pensare ai casi di 'esorcismi' e di 'visioni' che avvengono anche oggi, e siamo oggi in una situazione sociale e culturale fortemente secolarizzata. Se pensiamo che l'ebreo meno credente in Giudea era al livello del fondamentalista islamico, non ci dobbiamo sorprendere se santoni e terapeuti avessero tanto successo. Forte indizio del fatto che le guarigioni dipendessero in gran parte da autosuggestione ed effetto placebo lo possiamo ricavare, fra l'altro, dal racconto dell'emorroissa(lui non fa niente, lei lo tocca senza che lui se ne accorga e sta bene) e dal fatto che in patria non riesce a compiere alcuna guarigione.

In ogni caso, vuoi per le guarigioni, vuoi per il messaggio attraente, Gesù riesce a farsi un seguito permanente di discepoli, che possiamo contare intorno al centinaio: i dodici principali, che li scelse per motivi simbolici(le 12 tribù di Israele), sono infatti seguiti dal parentado di ciascuno(da ricordare che ogni padre di famiglia era giuridicamente responsabile per i suoi familiari) oltre che da un seguito di donne. Il terzo vangelo parla di settantadue discepoli, ma è assai probabile che escluda dal computo le donne.

Come abbiamo visto, il messaggio di Gesù era fortemente contrario all'establishment ebraico(il tempio ed i sacrifici non hanno alcun valore, il rapporto fra Dio ed il fedele è intimo enon vincolato ad aspetti esteriori) ed, in definitiva, abbastanza ambiguo anche per il potere romano(il giudizio divino porta la fine del potere dei Kittim, i romani, e l'intronizzazione del regno di Dio tramite il Messiah). Quando Gesù decide di andare a festeggiare la Pasqua, nel centro nevralgico del potere economico e politico della regione, atteggiarsi lì a re d'Israele e fare casini all'interno del Tempio stesso, i due poteri(chi parta per primo è oggetto di dibattito, io ho dato a suo tempo una mia personale ricostruzione dei fatti), ebraico e romano, decidono di eliminare la minaccia, prima del giorno delle celebrazioni, in modo da evitare problemi durante la festa vera e propria. Viene quindi catturato in un momento in cui la folla di discepoli non lo segue, di notte, tramite il supporto di un membro all'interno della cerchia ristretta(il dettaglio di Giuda è fortemente imbarazzante per i cristiani, in quanto il fatto che Gesù sia stato tradito da uno dei suoi discepoli implica non solo che non li avesse scelti bene, ma anche che gli stessi discepoli che poi inizieranno a predicare non sono così degni di fiducia, come dimostra il fatto che siano fuggiti durante la cattura) che riferisce dove Gesù avrebbe preso alloggio. Durante la cattura i discepoli fuggono tutti, come dicevo. Gesù viene crocifisso il giorno dopo, dopo un processo romano che, fatto contro un ebreo, possiamo indovinare da altre fonti di avvenimenti simili non essere stato troppo equo. 

Gesù, se non era proprio stupido, probabilmente ha pensato che sarebbe stato ucciso. Comunque, è probabile che, coerentemente con il suo pensiero di essere fulcro dell'imminente regno, abbia fornito ai suoi discepoli una sorta di rito di riparazione e di sostituzione dei rituali nel tempio, tramite la creazione di un pasto particolare, le cui caratteristiche sarebbero poi state modificate e riviste in base alla fede nella sua resurrezione.

C'è dibattito fra gli studiosi nel ritenere vero o meno il resoconto della tomba vuota sul quale, dettagli vari a parte, tutti i vangeli concordano. La maggior parte degli studiosi, anche credenti, ritiene che tutto il racconto della tomba vuota sia un'aggiunta apologetica. Con tutta probabilità, i discepoli non videro mai la tomba, in quanto non furono loro a seppelirlo, ma furono i capi ebrei, che in base alla Torah non volevano che rimanessero corpi appesi dopo il tramonto. Per ovvie ragioni, è evidente che i farisei non avrebbero voluto creare un luogo di pellegrinaggio per i discepoli di Gesù, e quindi non rivelarono nulla sulla posizione della tomba. Sta di fatto che abbiamo prove archeologiche indirette su questo: tutta la zona intorno al Golgotha è tempestata di tombe, molte delle quali vuote già in epoca antica. Oltre a questo, ci sono due fortissimi indizi contro il racconto della tomba vuota:

1)Le tombe ed in generale cimiteri & affini sono impuri per gli ebrei: un ebreo osservante non sarebbe mai andato a visitare la tomba di un parente dopo la sepoltura, figuriamoci di un maestro che si aveva abbandonato al suo destino
2) Non esistono nemmeno in Paolo(la nostra fonte più antica riguardante il cristianesimo) tradizioni riguardanti la tomba o una sua ubicazione. La cosa è strana, in quanto la resurrezione è centrale nel pensiero paolino, e quale miglior prova di una risurrezione che la tomba vuota e magari i resti delle bende e del sudario(basti pensare a quanto viene tutt'oggi sbandierata la sindone e vari altri ammenicoli del genere)


[Post originariamente pubblicato su Atei Italiani, qui ripreso per personale praticità nel ritrovarlo]

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