giovedì 26 aprile 2012

Vangeli: differenze [Parte III]


Quarta (e ultima) parte: La resurrezione

Allora, andando per ordine:

Marco parla di un sepolcro e della grande pietra rotolata per chiuderlo
Matteo dice che il sepolcro era quello fatto da Giuseppe D'Arimatea per sé, e della pietra rotolata.
Luca parla di un sepolcro libero, ma non parla della pietra.
Giovanni parla di un sepolcro in un giardino. Punto.
(Adesso vedrete perché ci si impegola sulla questione della pietra)

Durante la sepoltura,
Maria di Magdàla e tale Maria madre di Ioses(la cui identità è oggetto di dibattito) osservano ciò che avviene, in Marco. In Matteo la madre di Iosese è chiamata 'altra Maria'. In Luca si parla di alcune donne che avevano seguito Gesù dalla Galilea. In Giovanni non si parla delle donne fino al mattino di resurrezione.

A questo punto, Matteo aggiunge un episodio(Mt 27,62-66), che non compare negli altri vangeli, in cui i farisei, il giorno dopo, chiedono a Pilato di mettere delle guardie a controllare il sepolcro affinché i discepoli non 'lo rubino e poi dicano al popolo: "E' risorto dai morti!"'. Peraltro, si afferma che il sepolcro viene sigillato(ergo si deduce che non lo era, prima dell'intervento di Pilato) e che vengono lasciate delle guardie.

Partiamo innanzitutto da una constatazione banale: i tre giorni in cui Gesù sarebbe rimasto nel sepolcro non sono tre. Sapendo che Gesù viene sepolto ormai all'alba di sabato(Lc 23,54), facciamo un po' di conti.
Marco 16,1-2 "Passato il sabato... Di buon mattino il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole."
Matteo 28, 1 "Passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro." Il primo giorno della settimana ebraica è la domenica.
Luca 24,1 "Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato."
Giovanni 20,1 "Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro."
A conti fatti, quindi, Gesù viene sepolto nella notte fra venerdì e sabato, rimane lì sabato e sabato notte, domenica mattina le donne trovano la tomba violata. In definitiva, Gesù rimane nel sepolcro un giorno e una notte.

Ma cosa avviene in quel giorno che cambia la storia?

Partiamo dal vangelo più antico, a detta della stragrande maggioranza degli studiosi: Marco.
1 Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. 2 Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. 3 Esse dicevano tra loro: «Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro?». 4 Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. 5 Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. 6 Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. 7 Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto». 8 Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura.


L'originale vangelo di Marco finisce così, con le donne spaventate, e l'annuncio della risurrezione dato da un giovane vestito di bianco, che le fa andare da Pietro e i discepoli, per avvertirli di andare in Galilea, dove incontreranno Gesù. Aggiungo peraltro che il termine con cui viene nominato il giovane è neaniskos, che è lo stesso termine utilizzato dall'evangelista per il giovane che fugge seminudo durante la cattura di Gesù, lo stesso termine utilizzato anche nel vangelo segreto di cui ho parlato altrove.
E' chiaro che tale finale lascia il racconto in sospeso, ed è difatti improbabile che il testo di Marco finisse così. Di fatto però, tutti gli studiosi convengono che i restanti versetti:
9 Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva cacciato sette demòni. 10 Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto. 11 Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere.
12 Dopo ciò, apparve a due di loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la campagna. 13 Anch'essi ritornarono ad annunziarlo agli altri; ma neanche a loro vollero credere.
14 Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato.
15 Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. 16 Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. 17 E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, 18 prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
19 Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.
20 Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.

non facciano parte del testo originale. Peraltro, esiste anche un'altra versione del finale, più breve. Qui, per brevità, mi occuperò solo del finale di Marco riconosciuto come canonico.

Allora, il finale aggiunto parla di una visione del risorto alla Maddalena. Al che, lei va ad annunciarlo ai discepoli che non le credono. Poi, sono due discepoli a vederlo, e anche loro lo vanno ad annunciare agli altri, che ancora non credono. Alla fine appare a tutti i discepoli, e dopo averli strigliati perché privi di fede, oedina loro di andare per i mondo e predicare, e li avverte che avranno i poteri dell'esorcismo, della glossolalia, dell'invulnerabilità al veleno e della guarigione, quali segni di coloro che credono. Infine, Gesù risorto ascende al cielo.

Luca:
1 Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2 Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; 3 ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4 Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. 5 Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6 Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, 7 dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno». 8 Ed esse si ricordarono delle sue parole.
9 E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10 Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. 11 Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse.
12 Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l'accaduto.
13 Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, 14 e conversavano di tutto quello che era accaduto. 15 Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. 16 Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. 17 Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18 uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19 Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20 come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. 21 Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22 Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro 23 e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24 Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
25 Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26 Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27 E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28 Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29 Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. 30 Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31 Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. 32 Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». 33 E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34 i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». 35 Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
36 Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37 Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. 38 Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39 Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». 40 Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41 Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42 Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43 egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
44 Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45 Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: 46 «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno 47 e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48 Di questo voi siete testimoni. 49 E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto».
50 Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51 Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. 52 Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; 53 e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

In Luca, le donne che portano gli aromi(stranamente, dato che il cadavere nell'ebraismo è impuro, e non bisgna toccarlo dopo averlo sepolto) incontrano, dopo aver trovato la tomba aperta, due uomini vestiti di vesti sfolgoranti, ce dicono loro della resurrezione. Al che, sono nominate ben tre donne: la Maddalena, Giovanna e Maria di Giacomo, che vanno dai discepoli, che non credono. Solo Pietro va a controllare, entra nel sepolcro e trova solo le bende. Stupefatto, torna a casa. Luca aggiunge poi l'episodio di Emmaus, ovvero quello del riconoscimento del risorto da parte di due discepoli dopo una giornata passata con lui senza capire chi fosse.

I due discepoli tornano dagli altri a riferire e a quel punto Gesù compare davanti a tutti, e fa toccare le proprie ferite ai discepoli, e mangia con loro. Poi, li avverte del fatto che la sua resurrezione era stata predetta così come la predicazione al mondo. Ordina infine loro di rimanere a Gerusalemme, fino a quando non saranno 'rivestiti di potenza dall'alto(l'evento di Pentecoste). Infine, ascende, e i discepoli tornano in città e lodano Dio nel tempio. Il racconto prosegue poi negli Atti.

Da questo breve riassunto, si comprende che chiunque abbia aggiunto il finale attuale di Marco, l'abbia fatto in base al vangelo di Luca.Tutte le parti aggiunte in Marco concordano con Luca, mentre le parti sicuramente genuine no(due donne e non tre al sepolcro, un uomo invece di due che le avverte della risurrezione). Questo il motivo che mi ha fatto anticipare Luca rispetto a Matteo, il confronto più diretto.

Matteo:
1 Passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro. 2 Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3 Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. 4 Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. 5 Ma l'angelo disse alle donne: «Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. 6 Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. 7 Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto». 8 Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.
9 Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. 10 Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno».
11 Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto. 12 Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo: 13 «Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo. 14 E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia». 15 Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.
16 Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. 17 Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. 18 E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. 19 Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 20 insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».


Qui abbiamo le due donne, la Maddalena e l'altra Maria, che vanno al sepolcro che, ricordo, in Matteo è sigillato e protetto da guardie. Avviene un terremoto(e due, dopo quello della crocifissione), un angelo scende dal cielo, rotola la pietra e si siede su di essa. Le guardie sono spaventatissime e paralizzate dal terrore. L'angelo dice alle due donne che Gesù è risuscitato e che devono avvertire i discepoli di andare in Galilea perché li vedranno Gesù. Le donne partono per eseguire gli ordini, e incrociano Gesù, al che gli prendon i piedi e lo adorano. Gesù ripete loro l'ordine dato in precedenza dall'angelo. Nel frattempo, le guardie vanno in città e avvertono i sommi sacerdoti, che fanno dichiarare che il corpo di Gesù è stato rubato.
I discepoli vanno in Galilea, e lì incontrano Gesù, che dà loro ordine di predicare a tutto il mondo(differentemente da come avevano fatto prima della sua morte: Mt 10,5-6). Non si parla di ascensione.

Qui, il personaggio che avverte le due donne è uno, un angelo, e poi addirittura le due vedono(e toccano) Gesù. Il resto è presente praticamente solo in Matteo.

Giovanni:
20,1 Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. 2 Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». 3 Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. 4 Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5 Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. 6 Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, 7 e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. 8 Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9 Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. 10 I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.
11 Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12 e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13 Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto». 14 Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. 15 Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». 16 Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! 17 Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». 18 Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto.
19 La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 20 Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21 Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». 22 Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; 23 a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
24 Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25 Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».
26 Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 27 Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». 28 Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29 Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
30 Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. 31 Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.


21,1 Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2 si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. 3 Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.
4 Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5 Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6 Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. 7 Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi la sopravveste, poiché era spogliato, e si gettò in mare. 8 Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
9 Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10 Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso or ora». 11 Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. 12 Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore.
13 Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. 14 Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.
15 Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». 17 Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. 18 In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». 19 Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi».
20 Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». 21 Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?». 22 Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi». 23 Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?».
24 Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. 25 Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

Qui, abbiamo la sola Maddalena che va al sepolcro, e trova anche qui la pietra già ribaltata. Corre da Pietro e lo avverte. Pietro e il discepolo amato corrono al sepolcro. Il discepolo amato arriva per primo, vede le bende ma non entra. Arrivaa poi Pietro e trova le bende a terra, e il sudario messo da una parte, ben piegato. Dopo aver visto e creduto, i due tornano a casa. Maria invece rimane fuori dal sepolcro, piange, guarda dentro il sepolcro e vede due angeli seduti sul giaciglio del corpo di Gesù. Dopo un breve dialogo con i due angeli, Maria si gira e vede Gesù senza capire che è Gesù. Anche qui un breve dialogo, in cui Maria lo crede il custode del giardino(dove, secondo Giovanni, si trovava il sepolcro) ed infine Gesù che la chiama per nome ed il riconoscimento di Gesù da parte di Maria. Al che, Gesù le dice di non toccarlo, e di avvertire i discepoli della sua ascensione. Maria esegue.
Infine avvengono due apparizioni di Gesù, prima del secondo finale: una a tutti i discepoli tranne Tommaso, in cui dà loro il potere di rimettere i peccati e li avverte che riceveranno lo Spirito Santo, e poi un'altra, con Tommaso presente, per farlo credere.
Il secondo finale aggiunge un'altra apparizione, in cui avviene la pesca miracolosa, scena che esiste anche negli altri vangeli, sebbene ambientata prima della morte di Gesù.

domenica 22 aprile 2012

Vangeli: differenze [Parte II]


Terza parte: La passione (no, non il film granguignolesco di Mel Gibson, che però ha una colonna sonora spettacolare).


La passione è per i cristiani momento centrale. Gesù soffre e muore ingiustamente per la nostra liberazione dai peccati, per la nostra salvezza. E' il momento chiave, il centro della narrazione di tutti i vangeli, tanto che addirittura un esegeta, Martin Kähler, li definì come 'racconti della passione con un’ampia introduzione'. La salvazione di tutti avviene attraverso la sofferenza di un solo innocente. Oltretutto, niente passione, niente resurrezione, l'altro momento chiave per la fede cristiana (I Corinzi 15:17). Ragion per cui tale evento dovrebbe essere descritto in maniera concorde da tutte e quattro le fonti(o due, considerando i sinottici una fonte unica). Così, come vedremo, non è.


Innanzitutto, quando è avvenuta la passione e crocifissione? Sinottici e Giovanni si contraddicono a riguardo: i sinottici affermano che l'Ultima Cena avviene in preparazione al giorno di Pasqua, mentre in Giovanni la sera prima della preparazione alla Pasqua. In pratica, nei sinottici Gesù muore il giorno di Pasqua, in Giovanni muore il giorno della preparazione della Pasqua.
Dato che i vangeli sono tutti concordi che il giorno della crocifissione della sepoltura era un venerdì, è ovvio che la differenza, a questo punto, fra cronologia sinottica e giovannea non riguarda solo giorni, ma anche anni(la pasqua ebraica comincia in un giorno fisso, il 15 di Nisan, non come la Pasqua cristiana).
Schematizzando:
Sinottici: 
Banchetto pasquale(giovedì 14:pre-pasquale)--crocifissione(venerdì 15:pasqua)
Giovanni:
Ultima Cena(giovedì 13)---crocifissione(venerdì 14: pre-pasquale)


Il giardino del Getsemani: nei sinottici i dettagli sono diversi, ma addirittura in Giovanni manca completamente la descrizione di ciò che avviene nel giardino(che peraltro non viene mai chiamato col nome).


L'arresto: Anche qui i dettagli divergono. Fa capolino in Marco un giovane nudo che fugge, in Giovanni non c'è il bacio di Giuda, solo in Luca cura l'orecchio che è stato tagliato a una delle guardie da parte dei discepoli(che curiosamente avevano una spada).


Il sinedrio: Marco e Matteo parlano di di due udienze, una notturna, ed una al mattino. Luca di una sola, al mattino. Giovanni di due, una davanti ad Anna ed una davanti a Caifa. Nel caso di Giovanni, i dettagli dell'interrogatorio sono diversi.


Rinnegamento di PietroI canonici, concordano nel descrivere il triplice rinnegamento di Pietro, durante l'interrogatorio al sinedrio, a parte nel caso di Luca, in cui avviene durante la notte, prima. In Marco, il gallo canta due volte.


PilatoNei sinottici l'interrogatorio davanti a Pilato è sostanzialmente lo stesso, mentre in Giovanni è più ampio e Gesù risponde in alle domande di Pilato esponendo parte della sua dottrina.


-A questo punto, nel racconto lucano c'è una grossa divergenza rispetto alle altre fonti: Pilato chiede ad Erode consiglio. Erode schernisce Gesù e lo rimanda da Pilato. E' interessante questo annedoto perché un altro testo che parla di quest'appello a Erode è il vangelo di Pietro.


Tutti i vangeli concordano sulla liberazione di Barabba.


I dettagli sulla condanna definitiva e chi l'abbia data divergonoMarco dice che Pilato condanna Gesù, per far piacere alla folla, e fa flagellare Gesù e poi crocifiggere.
Matteo parla di un sogno di Pilato, gli fa lavare le mani, ed è il popolo a dire la frase, ricca di tragiche conseguenze: "Il suo sangue è su di noi e sui nostri figli!". Al che Pilato procede.
Luca vede un Pilato incerto, che prima fa flagellare Gesù per impietosire la folla e poi, quando vede che la folla ne vuole la condanna, lo manda a crocifiggere.
Giovanni lo stesso, ma l'incertezza di Pilato è ancora più accentuata.


Il dileggio
E' a questo punto che Marco e Matteo pongono il dileggio dei soldati e la corona di spine. Luca non ne parla, mentre Giovanni colloca quest'episodio prima della condanna definitiva.


La via crucis: i sinottici parlano di Simone di Cirene, Giovanni no. Luca fa fare un discorso a Gesù durante il tragitto. Giovanni non la descrive per niente.


Crocifissione
Il cartello è diverso in Matteo(Questi è Gesù, il re dei Giudei), Marco (Il re dei Giudei) e Giovanni(Gesù Nazareno re dei Giudei). In tutti e quattro i canonici avviene la spartizione delle vesti. 
In Marco a Gesù viene offerto miele misto a mirra, in Matteo vino misto a fiele, in Luca dell'aceto, in Giovanni non gli viene offerto nulla fino alle ultime parole.
Solo Luca menziona il buon ladrone.
Solo Giovanni narra dell'affidamento a al discepolo amato della madre. I sinottici, con dettagli diversi, parlano dei passanti che dileggiano Gesù in croce, Giovanni non ne fa menzione. Infine, le ultime parole: in Marco e Matteo, con differenti grafie: Elì, Elì, lèma sabachthàni?(Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? In Luca: Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito. In Giovanni: Tutto è compiuto. 
A questo punto, gli viene offerto su una spugna, qualcosa da bere. Aceto, per Marco e Giovanni(in Giovanni, prima delle ultime parole), Matteo parla solo di 'qualcosa'. Stavolta è Luca a non far menzione dell'episodio. 
Solo Giovanni parla del fatto che le gambe non siano state spezzate e del colpo di lancia.


I miracoli al momento della morte:
Marco parla del velo del tempio squarciato
Matteo parla dell'eclissi, del velo squarciato, del terremoto e della risurrezione dei santi.
Luca parla dell'eclissi e dello squarcio del velo del tempio prima della morte di Gesù, non dopo.
Giovanni non parla di miracoli.


Sepoltura:
Giuseppe D'Arimatea(con Nicodemo, stando a Giovanni) fa seppellire Gesù nel proprio sepolcro(in Matteo, mentre negli altri si parla di un sepolcro 'libero' generico). In giovanni, differentemente ai sinottici, è Giuseppe a occuparsi del cadavere, con aromi e aloe(quindi la Maddalena, ma ne parleremo, non va al sepolcro per occuparsene, almeno in Giovanni)


Fine terza parte.

venerdì 20 aprile 2012

Vangeli: differenze [Parte I]

Riporto qui una vecchia serie di interventi sulle principali differenze fra i i quattro vangeli canonici. Come ovvio, sono interventi da forum, non certo trattati accademici: servono soltanto a me personalmente per poterne recuperare il materiale all'occorrenza, e ovviamente non sono approfonditi come sarebbe auspicabile, esistono in ogni caso in commercio centinaia di studi sull'argomento. Ritengo comunque quel che è scritto generalmente valido, e quindi disponibile a chiunque lo voglia leggere. Il tutto è diviso in quattro parti: le prime due, più brevi, sono riunite in un unico post per ragioni eminentemente pratiche.

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Consiglio generico per i lettori: confrontare i vangeli, leggerli in contemporanea, non solo uno dopo l'altro. Questo permette di vedere non solo le somiglianze, ma anche le differenze, e le illumina, permettendo di capire cosa vuole dire l'autore, non solo quello che gli si vuol fare dire. 


Dato che certa gente vuole divertirsi a tirare fuori il discorso sulla letteralità della scrittura, credo che sia il caso farle presente che tutta la scrittura non può essere letteralmente vera, se non altro perché ci sono cose che non solo si contraddicono evidentemente, ma non sono nemmeno conciliabili.


Prima parte: Natività


Partiamo dall'inizio: la genealogia matteana e quella lucana. A parte i nomi principali(i re di Israele, Abramo) tutti gli altri non corrispondono. Mi si dica chi è il nonno terreno(ereditario, il padre del padre putativo Giuseppe) di Gesù.


Strage o non strage: in Matteo Erode il Grande fa ordinare l'uccisione di tutti i maschi per uccidere il futuro 're dei Giudei', con annessa fuga in Egitto della famiglia. Luca ambienta la natività al tempo del governatore Quirinio. Al tempo di Quirinio Erode il Grande era già morto, con l'ovvia conseguenza che non diede ordine della strage, e che la famiglia non fugge in Egitto, e anzi può tranquillamente far circoncidere il figlio otto giorni dopo la sua nascita. E se ne tornano tranquilli a Nazareth (Lc 2,39). 


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Seconda parte: il ministero.

Non starò a tediare la gentile utenza sulla questione sinottica e la differenza dei primi tre vangeli rispetto al vangelo di Giovanni. Basti sapere che i primi tre(detti sinottici) fanno capo a una tradizione comune, e che il quarto invece non la utilizza. Non si parla di ispirazione, stiamo parlando di vere e proprie citazioni letterali. Il materiale di Marco è ripreso quasi interamente da Matteo e Luca, e Luca e Matteo hanno in comune materiale che non non è presente in Marco.


Comunque...


Il problema grosso per gli storici è capire quando e quant'è durato il ministero di Gesù, e cosa è effettivamente avvenuto durante tale ministero. E questo a prescindere dal voler credere o meno ai miracoli.


Il problema si presenta in quanto i primi tre vangeli parlano di un unica festa di Pasqua, ma cominciano la narrazione del ministero prima del battesimo di Gesù. Il quarto vangelo, invece, comincia la narrazione dopo, e parla però di ben tre feste pasquali.(Gv 2,13; 6,3; 11,55) 
Ma cosa avviene durante tale ministero? Gli episodi in comune fra tutti i vangeli sono:
-La distribuzione dei pani e dei pesci
-L'ingresso trionfale a Gerusalemme
-La cacciata dei mercanti dal tempio


E, con varie differenze, ovviamente la passione.
Se non bastasse, l'ordine cronologico dei tre avvenimenti citati qui sopra è differente. In particolare, la cacciata dei mercanti dal tempio è posta da Giovanni all'inizio del ministero, prima dell'ingresso a Gerusalemme, mentre nei sinottici avviene dopo, durante l'unico viaggio di Gesù a Gerusalemme. Di conseguenza, la moltiplicazione di pani e pesci è posta da sinottici prima dell'arrivo a Gerusalemme e della cacciata dei mercanti, mentre in Giovanni l'ordine dei tre avvenimenti è: cacciata-moltiplicazione-ingresso trionfale. 


Aggiungo, per amor di precisione, che ci sono episodi comuni a tre vangeli(solitamente i sinottici) o anche solo due, non mi ci dilungo. Basti sapere che, dato che di solito questi episodi sono comuni solo ai sinottici, vuol dire che la fonte di base è la stessa per tutti i vangeli che li narrano, ergo tali vangeli non sono fonti indipendenti (come i sinottici e Giovanni, invece).


Ripeto, ciò non sarebbe un problema, se non dovessimo cercare di andare oltre alla nebbia teologica che impregna i vangeli e cercare di capire quali sono gli eventi storici che vi stanno dietro, e soprattutto se qualcuno non affermasse che i vangeli sono letteralmente veri.


Perché Gesù viene arrestato e ucciso?


Una breve parentesi prima di parlare della passione: dato che Gesù viene arrestato, sarebbe il caso di capire perché.


La domanda non è così semplice: i vangeli da un lato parlano di un'accusa di tipo religioso, la blasfemia, dall'altro però fanno condannare Gesù dal prefetto romano di Giudea Ponzio Pilato a morte per crocifissione, pena normalmente comminata ai ribelli e ai rivoluzionari, il che lascia intuire un movente politico nella condanna. Il vangelo di Giovanni, il più tardo, parla del fatto che il sinedrio non potesse condannare a morte(18,31), smentito però dagli atti degli apostoli, dove per lo stesso crimine di blasfemia, Stefano viene ucciso tramite lapidazione. Sembrerebbe, ma è una delle tante ipotesi, che l'accusa principale per cui Pilato condanna Gesù sia proprio il fatto di essersi spacciato per il re dei Giudei, e quindi aver in qualche modo nutrito le speranze messianche e di liberazione della popolazione. (E' l'ipotesi, con qualche differenza, del libro di Chaim Cohn 'Processo e morte di Gesù: un punto di vista ebraico)
Dato che però i vangeli sono indirizzati principalmente ad un pubblico pagano e romano, era necessario far slittare la colpa della condanna verso gli ebrei: è facile peraltro notare che, leggendo i vangeli in ordine cronologico (Marco-Matteo-Luca-Giovanni), Pilato viene sempre più alleggerito dalle sue colpe, ed invece gli ebrei vengono accusati sempre più duramente. Addirittura, in Giovanni si parla di un vero e proprio complotto delle massime cariche per uccidere Gesù, tema che si sviluppa in quel vangelo praticamente fin dall'inizio, immediatamente dopo la cacciata dei mercanti dal tempio(episodio che in Giovanni è posto all'inizio e non alla fine del ministero).


Fine seconda parte.


mercoledì 7 dicembre 2011

Un tentativo di ritrarre Gesù.

Un ritratto di Gesù, in base alla ricostruzione degli storici(come sempre, qualora dovessi dire opinioni personali, lo dirò chiaramente)

Gesù nasce a Nazareth, intorno al 4 a.e.C., con genitori Giuseppe e Maria. Ebbe vari fratelli e sorelle che, quando cominciò il suo ministero pubblico non lo seguirono, come del resto la madre,che lo seguì solo nel viaggio a Gerusalemme. Con tutta probabilità, non era discendente davidico, e di fatto a parte nelle genealogie, che sappiamo essere invenzioni (materiali speciali dei vangeli di Matteo e Luca, nel caso non bastassero le evidenti contraddizioni reciproche), i vangeli non millantano mai la discendenza regale di Gesù.

L'infanzia e la giovinezza è per noi quasi irrimediabilmente perduta, come d'altronde lo è per gran parte dei personaggi antichi. Possiamo, conoscendo il suo insegnamento, fare però delle ipotesi: Giuseppe aveva un mestiere, il falegname, che gli permetteva di sfamare la famiglia e garantire perlomeno al primogenito un'istruzione. Di fatto, nei vangeli Gesù viene mostrato leggere(l'attività in sinagoga richiedeva tale abilità), contrariamente ai suoi discepoli che sono 'omini sanza lettere' quindi possiamo dedurre che conoscesse perlomeno l'ebraico scritto, e con probabilità anche il greco, perlomeno per comunicare con le autorità del tempo, ovvero i romani. Con tutta probabilità insegnava in aramaico, dato che tutti i testi evangelici riportano tale dato, che sarebbe inutile, visto e considerato che sono destinati ad un pubblico di pagani grecofoni.

Sappiamo che divenne discepolo del Battista, il messaggio del quale, in base alla testimonianza di Giuseppe Flavio(che però omette di parlare di tale collegamento fra Gesù e il Battista), era un messaggio etico, non escatologico teso alla purificazione dei peccati prima dell'avvento del Regno di Dio, come invece ci dicono i vangeli: con tutta probabilità, comunque, Giuseppe Flavio diminuisce la portata del messaggio del Battista, in parte per renderlo comprensibile al pubblico romano, in parte per rassicurare tale pubblico che gli ebrei non rappresentano un pericolo di insubordinazione contro Roma. Gesù segue il Battista, quindi, per un tot di tempo, che gli studiosi sono incerti nel quantificare: con buona sicurezza però, possiamo dire che tale discepolato di Gesù(che i cristiani faranno di tutto per nascondere, testimonianza ne sia la sempre minore importanza che ha il Battista, se facciamo una lettura in ordine cronologico dei vangeli) cominciò durante gli anni 20 e finì intorno agli anni 30, dato che Gesù ha cominciato il suo ministero prima della morte del Battista, quindi prima del 35-36 e.C.. Gesù si fa battezzare dal Battista, ad un certo punto, di fatto approvandone l'autorità su di sé, e la capacità del Battista di purificare dal peccato, in contrasto con l'interpretazione ebraica tradizionale che voleva che solo il sacrificio al tempio avesse tale potere. Dopo questo Battesimo, ma probabilmente non subito dopo, come vogliono i vangeli, Gesù sviluppa un proprio messaggio, indipendente, sebbene debitore, di quello del maestro. Il messaggio, così cme riusciamo a ricostruirlo dalle fonti pre-evangeliche(il materiale comune a Matteo e Luca, le parti non narrative di Marco e le poche citazioni paoline) risulta un insegnamento 'revisionista' che prende spunti dalle varie tradizioni ebraiche contemporanee: l'idea di resurrezione post-mortem farisea, l'idea sadducea di dover seguire in modo ligio la Torah, l'idea di un imminente giudizio divino apocalittico ed escatologico di Giovanni(comune anche alla tradizione dei testi enochici), l'ascetismo ed il pauperismo esseno, per citare solo gli aspetti più importanti. 

Volendo fare della psicologia spicciola, ma qui entro nel campo delle pure illazioni, probabilmente questa sua ricerca di un Dio vicino alle classi più disagiate(aspetto che presto verrà soppresso dal cristianesimo sviluppatosi dopo la sua morte, basti pensare al ruolo femminile che viene man mano azzerato) derivi da una reazione alla palese situazione dingiustizia in cui viveva sin da giovane, dove i poveri erano oberati dalle tasse e dove lui era uno dei pochi ad avere una vita perlomeno dignitosa.

Oltre al suo messaggio, diretto in modo particolare se non esclusivo agli ebrei, che di fatto univa le due immagini tradizionali del Dio ebraico di padre amorevole e di leader giusto, ciò che lo rese famoso e seguito fu anche la sua capacità di guaritore. In un periodo in cui i santoni itineranti con capacità guaritrici giravano(penso ad Apollonio di Tiana), la cosa non deve sorprendere: la capacità di autosuggestione e di isteria nelle persone ignoranti e fortemente credenti non deve essere sottovalutata, basti pensare ai casi di 'esorcismi' e di 'visioni' che avvengono anche oggi, e siamo oggi in una situazione sociale e culturale fortemente secolarizzata. Se pensiamo che l'ebreo meno credente in Giudea era al livello del fondamentalista islamico, non ci dobbiamo sorprendere se santoni e terapeuti avessero tanto successo. Forte indizio del fatto che le guarigioni dipendessero in gran parte da autosuggestione ed effetto placebo lo possiamo ricavare, fra l'altro, dal racconto dell'emorroissa(lui non fa niente, lei lo tocca senza che lui se ne accorga e sta bene) e dal fatto che in patria non riesce a compiere alcuna guarigione.

In ogni caso, vuoi per le guarigioni, vuoi per il messaggio attraente, Gesù riesce a farsi un seguito permanente di discepoli, che possiamo contare intorno al centinaio: i dodici principali, che li scelse per motivi simbolici(le 12 tribù di Israele), sono infatti seguiti dal parentado di ciascuno(da ricordare che ogni padre di famiglia era giuridicamente responsabile per i suoi familiari) oltre che da un seguito di donne. Il terzo vangelo parla di settantadue discepoli, ma è assai probabile che escluda dal computo le donne.

Come abbiamo visto, il messaggio di Gesù era fortemente contrario all'establishment ebraico(il tempio ed i sacrifici non hanno alcun valore, il rapporto fra Dio ed il fedele è intimo enon vincolato ad aspetti esteriori) ed, in definitiva, abbastanza ambiguo anche per il potere romano(il giudizio divino porta la fine del potere dei Kittim, i romani, e l'intronizzazione del regno di Dio tramite il Messiah). Quando Gesù decide di andare a festeggiare la Pasqua, nel centro nevralgico del potere economico e politico della regione, atteggiarsi lì a re d'Israele e fare casini all'interno del Tempio stesso, i due poteri(chi parta per primo è oggetto di dibattito, io ho dato a suo tempo una mia personale ricostruzione dei fatti), ebraico e romano, decidono di eliminare la minaccia, prima del giorno delle celebrazioni, in modo da evitare problemi durante la festa vera e propria. Viene quindi catturato in un momento in cui la folla di discepoli non lo segue, di notte, tramite il supporto di un membro all'interno della cerchia ristretta(il dettaglio di Giuda è fortemente imbarazzante per i cristiani, in quanto il fatto che Gesù sia stato tradito da uno dei suoi discepoli implica non solo che non li avesse scelti bene, ma anche che gli stessi discepoli che poi inizieranno a predicare non sono così degni di fiducia, come dimostra il fatto che siano fuggiti durante la cattura) che riferisce dove Gesù avrebbe preso alloggio. Durante la cattura i discepoli fuggono tutti, come dicevo. Gesù viene crocifisso il giorno dopo, dopo un processo romano che, fatto contro un ebreo, possiamo indovinare da altre fonti di avvenimenti simili non essere stato troppo equo. 

Gesù, se non era proprio stupido, probabilmente ha pensato che sarebbe stato ucciso. Comunque, è probabile che, coerentemente con il suo pensiero di essere fulcro dell'imminente regno, abbia fornito ai suoi discepoli una sorta di rito di riparazione e di sostituzione dei rituali nel tempio, tramite la creazione di un pasto particolare, le cui caratteristiche sarebbero poi state modificate e riviste in base alla fede nella sua resurrezione.

C'è dibattito fra gli studiosi nel ritenere vero o meno il resoconto della tomba vuota sul quale, dettagli vari a parte, tutti i vangeli concordano. La maggior parte degli studiosi, anche credenti, ritiene che tutto il racconto della tomba vuota sia un'aggiunta apologetica. Con tutta probabilità, i discepoli non videro mai la tomba, in quanto non furono loro a seppelirlo, ma furono i capi ebrei, che in base alla Torah non volevano che rimanessero corpi appesi dopo il tramonto. Per ovvie ragioni, è evidente che i farisei non avrebbero voluto creare un luogo di pellegrinaggio per i discepoli di Gesù, e quindi non rivelarono nulla sulla posizione della tomba. Sta di fatto che abbiamo prove archeologiche indirette su questo: tutta la zona intorno al Golgotha è tempestata di tombe, molte delle quali vuote già in epoca antica. Oltre a questo, ci sono due fortissimi indizi contro il racconto della tomba vuota:

1)Le tombe ed in generale cimiteri & affini sono impuri per gli ebrei: un ebreo osservante non sarebbe mai andato a visitare la tomba di un parente dopo la sepoltura, figuriamoci di un maestro che si aveva abbandonato al suo destino
2) Non esistono nemmeno in Paolo(la nostra fonte più antica riguardante il cristianesimo) tradizioni riguardanti la tomba o una sua ubicazione. La cosa è strana, in quanto la resurrezione è centrale nel pensiero paolino, e quale miglior prova di una risurrezione che la tomba vuota e magari i resti delle bende e del sudario(basti pensare a quanto viene tutt'oggi sbandierata la sindone e vari altri ammenicoli del genere)


[Post originariamente pubblicato su Atei Italiani, qui ripreso per personale praticità nel ritrovarlo]

domenica 14 agosto 2011

"The Call of the Wild" finale


Il finale dello straordinario romanzo di Jack London: "The Call of the Wild"

And here may well end the story of Buck. The years were not many when the Yeehats noted a change in the breed of timber wolves; for some were seen with splashes of brown on head and muzzle, and with a rift of white centring down the chest. But more remarkable than this, the Yeehats tell of a Ghost Dog that runs at the head of the pack. They are afraid of this Ghost Dog, for it has cunning greater than they, stealing from their camps in fierce winters, robbing their traps, slaying their dogs, and defying their bravest hunters.
Nay, the tale grows worse. Hunters there are who fail to return to the camp, and hunters there have been whom their tribesmen found with throats slashed cruelly open and with wolf prints about them in the snow greater than the prints of any wolf. Each fall, when the Yeehats follow the movement of the moose, there is a certain valley which they never enter. And women there are who become sad when the word goes over the fire of how the Evil Spirit came to select that valley for an abiding-place.
In the summers there is one visitor, however, to that valley, of which the Yeehats do not know. It is a great, gloriously coated wolf, like, and yet unlike, all other wolves. He crosses alone from the smiling timber land and comes down into an open space among the trees. Here a yellow stream flows from rotted moose- hide sacks and sinks into the ground, with long grasses growing through it and vegetable mould overrunning it and hiding its yellow from the sun; and here he muses for a time, howling once, long and mournfully, ere he departs.
But he is not always alone. When the long winter nights come on and the wolves follow their meat into the lower valleys, he may be seen running at the head of the pack through the pale moonlight or glimmering borealis, leaping gigantic above his fellows, his great throat a-bellow as he sings a song of the younger world, which is the song of the pack.

lunedì 11 luglio 2011

Abdia

1La visione di Abdia. Così dice il Signore Dio all'Idumea:*”Ascoltai una notizia da parte del Signore e inviò ai popoli un ordine d'assedio**: Alzatevi e devastiamola in guerra! 2 Ecco, ti ho dato pochissimo fra i popoli, tu sei assolutamente disprezzata. 3 L'arroganza del tuo cuore ti ha esaltato, tu che ti accampi nelle cavità delle rocce, innalzando la tua residenza dicendo nel tuo cuore:” Chi mi spezzerà, sulla terra?”4 Dice il Signore:”Qualora ti sollevassi come un'aquila e in mezzo agli astri ponessi il tuo nido, da lì ti spezzerò". 5 Se dei ladri di notte entrassero a casa tua o dei briganti -come sarai rigettato!- non ruberebbero ciò che è a loro sufficiente? E se vendemmiatori entrassero presso di te, non lascerebbero indietro qualche grappolo? 6 Come Esaù è stato esaminato e sono state prese le cose che ebbe nascosto!*** 7 Tutti gli uomini della tua alleanza ti scacciano fino a i tuoi confini, si sono messi contro di te, gli uomini che con te fecero la pace hanno potere contro di te, hanno disposto un agguato sotto di te -non hanno senno-. 8 "In quel giorno", dice il Signore "scaccerò i saggi dall'Idumea ed il senno dalla montagna di Esaù 9 e i tuoi combattenti, quelli di Taiman, saranno sconvolti, come l'uomo viene estirpato dalla montagna di Esaù, 10 a causa della strage e dell'empietà verso tuo fratello Giacobbe e vergogna ti coprirà e sarai estirpato per sempre. 11 Da quel giorno hai lottato dalla parte opposta, il giorno in cui gli stranieri assoggettavano la sua potenza e nemici entrarono dalle sue porte e gettarono la sorte su Gerusalemme e tu eri come uno di loro." 12 E che non guardi il giorno di tuo fratello, nel giorno dei nemici e non ti rallegri contro i figli di Giuda nel giorno della loro distruzione, e non ti vanti nel giorno dell'afflizione 13 e non giunga alle porte dei popoli nel giorno delle loro sofferenze e non veda anche tu le loro comunità nel giorno della loro morte e non ti sovrapponga alla loro potenza nel giorno della loro distruzione 14 e non ti metta a capo sulle loro uscite per distruggere colo che cercano di salvarsi né chiuda coloro che fuggono da esse nel giorno della loro afflizione. 15 Perché è vicino il giorno del Signore contro tutti i popoli. La disposizione che hai avuto, tale ti sarà ricambiata: ciò che hai ti sarà ridato sulla tua testa. 16 Poiché come hai voluto bere sul mio monte sacro, berranno vino tutti i popoli: berranno e si abbasseranno e saranno come mai esistiti. 17 Nel monte Sion ci sarà la salvezza, e sarà sacro: e la casa di Giacobbe prenderà possesso di coloro che ne avevano preso possesso 18 e sarà la casa di Giacobbe fuoco, la casa di Giuseppe fiamma, e la casa di Esaù la stoppia, e saranno bruciati presso di loro e se li divoreranno e non ci sarà portatore di fuoco sacro nella casa di Esaù, poiché il Signore ha parlato. 19 e quelli del Negev prenderanno possesso del monte di Esaù e quelli nella Sefela gli stranieri e prenderanno possesso anche del monte di Efraim e della pianura di Samaria e di Beniamino e la terra di Galaad 20 E tale l'inizio della deportazione: i figli di Israele avranno la terra dei cananei fino a quella dei Sarepti e la deportazione di Gerusalemme fino a Efratha, e prenderanno possesso delle città del Negev 21 e gli custodi saliranno dal monte Sion a far giustizia del monte di Esaù e il Signore avrà il regno.



Note al testo:
*L'Idumea o il popolo di Edom, secondo la Genesi, è discendenza di Esaù, fratello maggiore, ma privo sia del diritto alla primogenitura sia della benedizione paterna, di Giacobbe-Israele, figlio di Isacco. Tale popolo venne identificato con i Cananei.
**Resa difficile. Il termine 'perioché' ha una serie di accezioni riguardanti confini, fortificazioni e contorni. Altrove nel Vecchio Testamento viene usato in senso largo per indicare una fortificazioni nemica in torno ad una città, quindi, un assedio. Mi sono permesso di renderlo così anche qui, dato anche il contesto.
***I vv da 5 a 7 sono elaborati in contrapposizione: se ladri e vendemmiatori, alla fine della loro opera lasciano comunque qualcosa indietro, così non è per coloro che devastano l'Idumea.

lunedì 30 maggio 2011

Lettera di Mar Saba / Vangelo segreto di Marco

Pubblico qui una mia traduzione dell'apocrifo conosciuto come 'Vangelo segreto di Marco', basata sulla trascrizione effettuata da Morton Smith disponibile qui:
http://www-user.uni-bremen.de/~wie/Secret/secmark_home.html


Per introdurre il testo in questione(do per scontato che il lettore sia già edotto almeno in parte di cosa si stia parlando), riprendo alcune righe di Gerd Theissen, che nel suo Il Gesù storico. Un manuale scrive(per semplificare la redazione la lettura non indico tutti i  passi tagliati):


Nel 1958, nel convento greco-ortodosso di Mar Saba, nei pressi di Gerusalemme, Morton Smith trovò una copia frammentaria di una lettera fino ad allora sconosciuta di Clemente di Alessandria ad un certo Teodoro. In questa lettera Clemente risponde a questioni riguardanti un vangelo di Marco 'segreto'. Conferma l'esistenza di questo vangelo  nega però che si trovino determinati passi ai quali i Carpocraziani, un gruppo gnostico-cristiano, si erano richiamati contro Teodoro. Il contesto ed il contenuto corrispondono alla resurrezione di Lazzaro secondo Gv 11, ma la forma del linguaggio è marciana. Sicché (presupponendo l'autenticità della lettera), si può considerare verosimile che in Alessandria (attorno al 125-170) i seguaci dello gnostico Carpocrate disponevano di un vangelo di Marco 'segreto' più lungo del nostro vangelo di Marco. Il rapporto fra questo vangelo segreto di Marco e il vangelo di Marco canico è difficile da precisare. Dominano il quadro due giudizi contrapposti:
-secondo lo scopritore M. Smith il vangelo segreto di Marco è un ampliamento antico del vangelo di Marco sulla base di materiale attinto dalla tradizione marciana. H. Koster e J.D. Crossan hanno proposto studi secondo i quali il vangelo segreto di Marco sarebbe uno stadio previo del vangelo  di Marco canonico. E' comune a queste due posizioni il fatto che entrambe considerino la pericope della risurrezione del giovane come variante precedente, indipendente da Gv 11, inserita nella corrente tradizionale marciana.
-La maggior parte degli esegeti invece considera il vangelo segreto di Marco una rielaborazione gnostica del vangelo di Marco canonico sorta nel sec. II. Depone a favore di questa tesi l'accentuazione del suo carattere 'segreto' e la sua utilizzazione in cerchie carpocraziane.*


In blu i passaggi del vangelo segreto: il primo va fra Marco 10,34 e 10,35; il secondo dopo 10,46. Ricordo sempre che l'autenticità di tutta la lettera, e anche dei singoli passaggi, qualora la lettera venga considerata autentica, è molto dubbia.

"Dalle lettere del santissimo Clemente delle miscellanee: a Teodoro.
Hai fatto bene a frenare gli infami insegnamenti dei Carpocraziani: infatti costoro sono gli astri erranti che sono profetizzati, coloro che errano dalla strada stretta dei comandamenti verso l'Abisso infinito dei peccati corporali e carnali. Infatti, essendosi riempiti di orgoglio per la conoscenza, come dicono, delle profondità di Satana, ignorano che gettano se stessi nell'oscurità delle tenebre della menzogna e, si gloriano di essere liberi. Sono diventati schiavi di vili desideri. Questi vanno dunque contrastati in tutto e per tutto: infatti, se anche dicessero qualcosa di vero, chi ama la verità non dovrebbe allora essere d'accordo con loro, giacché non tutto ciò che è vero è verità. Non bisogna preferire alla verità rispetto alla fede ciò che sembra verità in base alle opinioni umane. Allora, delle cose ripetute riguardo al vangelo secondo Marco ispirato da Dio, alcune sono completamente false, altre, se anche qualcosa di vero vi è contenuto, non viene trasmesso in modo veritiero. Infatti la verità, poiché è mescolata alle falsificazioni, viene così corrotta che, come si dice, anche il sale perde il sapore.
Marco, cioè, scrisse le azioni del Signore durante il soggiorno di Pietro a Roma, non però riferendole tutte, né d'altronde indicando quali hanno un significato spirituale nascosto, ma scegliendo quelle che riteneva più utili per la crescita della fede dei catecumeni. Quando però Pietro subì il martirio, Marco andò ad Alessandria, portando via le memorie sue e quelle di Pietro: da esse trasferì nel suo primo libro quelle valide per il progresso riguardo alla conoscenza. Scrisse un vangelo più spirituale per l'uso di coloro che raggiungono la perfezione. Nondimeno, non divulgò quelle segrete, né scrisse l'nsegnamento sacro del Signore, ma ne aggiunse anche altre ai fatti già scritti. Inserì inoltre ancora un passo da quelli di cui sapeva che la spiegazione avrebbe istruito sui misteri divini i discepoli fino al nucleo della verità sette volte nascosta. Dunque così l'ebbe preparato, non con invidia né, come penso, d'un colpo, e morendo lasciò in eredità il suo libro alla chiesa di Alessandria, dove ancora adesso viene viene ben custodito molto al sicuro, conosciuto soltanto presso coloro che studiano i grandi misteri.
Poiché i demoni impuri tramano sempre la rovina del genere umano, Carpocrate, dai quali è stato istruito, utilizzando anche le arti dell'inganno, così assoggettò un anziano della chiesa di Alessandria al punto che ottenne da lui la copia del vangelo mistico. Ed egli anche interpretò, ed ancora la profana, la dottrina, in base alla sua empietà e carnalità, mescolando le espressioni più pure e sante alle menzogne più impudenti: la credenza dei carpocraziani è inondata da questa mescolanza. Come ti ho detto anche sopra, dunque, mai bisogna cedere a costoro, né bisogna concordare con loro, qualora dovessero offrire le loro false dichiarazionidichiarazioni attraverso quelle che stanno nel vangelo.
Sta dopo questo "Erano sulla strada verso Gerusalemme", regolarmente fino a "dopo tre giorni risorgerà" così riporta in base al passaggio:
"E andavano a Bethania e lì stava una donna, il fratello della quale era morto. E venendo, si inginocchiò davanti a Gesù e gli disse:'Abbi pietà di me" I discepoli la biasimarono. Gesù, adirato, se ne andò con lei verso il giardino dove stava la tomba: e subito si sentì una gran voce dalla tomba, e Gesù arrivando rotolò via la pietra dall'ingresso della tomba. Entrando poi subito dov'era il giovane, tese la mano e lo risvegliò, afferrando la mano. Il giovane guardandolo lo amò e cominciò ad invitarlo affinché stesse con lui. Ed uscendo dalla tomba andarono all'abitazione del giovane, difatti era ricco. E dopo sei giorni Gesù lo richiese. E giunta la sera il giovane venne da lui, indossando un drappo di lino sul corpo nudo. E rimase lì quella notte, infatti Gesù gli insegnò il mistero del regno di Dio. Da lì si alzò per partire, si volse indietro verso l'altra sponda del Giordano " 
Dopo queste segue "E Giacomo e Giovanni gli andarono presso" e tutta la pericope. Ma nudo con nudo e tutto il resto riguardo a quel che hai scritto non si trova. 
Dopo:"E andò a Gerico" aggiunge soltanto 
"E lì v'erano la sorella del giovane che Gesù amava, la madre di lui e Salome. E Gesù non le ricevette"
 Tutto il resto che hai scritto sembra ed è menzogna. Dunque, la vera spiegazione ed in base alla vera filosofia..."


Qui il testo si interrompe bruscamente a metà pagina.



*Theissen-Merz; Il Gesù storico. Un manuale, Queriniana, Brescia 2003, pagg. 67-69


Per ulteriori approfondimenti:
John P. Meier, Un ebreo marginale, Queriniana, Brescia, 2001, 122-125
Bart D. Ehrman, I cristianesimi perduti, Carocci, 2005
http://www.earlychristianwritings.com/secretmark.html
http://digilander.libero.it/Hard_Rain/( i due link sulla destra)